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Paolo Bonolis (51 anni) |
L'ultimo anno televisivo è stato
caratterizzato dalla presenza di programmi più o meno fortunati, ma non sempre
le valutazioni sono andate di pari passo con i loro veri risultati: perchè? Chi
ne sono stati i responsabili? I dirigenti televisivi o il pubblico da casa?
Innanzitutto va detto che ultimamente tutti
i dirigenti di rete sono molto poco propensi a dichiarare i reali esiti delle
loro creature, ma la caratteristica fondamentale della televisione di ora è che
ormai chiunque si sente in grado di dare verdetti “critici”, e negli ultimi
anni il gusto di massacrare conduttori tv ha raggiunto l’apice, come se fossero
l’incarnazione del male, quando in verità sono persone che fanno il loro
lavoro; se guardo “Star Academy” e non sopporto un Francesco Facchinetti inadatto
a reggere un format del genere, cambio canale, se trovo ridicola una puntata di
“Mistero”, spengo la tv, esco di casa e con una torcia vado a perlustrare di
persona i luoghi dove si sono verificati gli avvistamenti ufo.
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Barbara d'Urso (55 anni) |
L’ultima edizione de “Il senso della vita” si
è conclusa con una media del 15% share e di 2.600.000 telespettatori mentre
“Kalispera”, la versione in prima serata, ha registrato il 13% e 2 milioni e
mezzo, risultati identici, ma il primo è stato visto come un successo, il
secondo come un fallimento; mettendo da parte l’aspetto qualitativo, poichè
altrimenti incapperemmo in una discussione senza fine, quello che secondo me è
da evidenziare in questo caso è come la figura di un presentatore (chiariamo il
fatto che io trovi Paolo Bonolis
uno dei migliori conduttori tv del momento) possa influire a prescindere sulla
critica di una trasmissione e così nonostante gli ascolti siano stati pressochè
uguali, la valutazione di essi è diametralmente opposta, considerando anche il
fatto che si tratta di programmi entrambi in onda in prima serata ed entrambi
della rete principale del Biscione.
Altro caso, secondo me curioso, è “l’odio” verso Barbara d’Urso e gli attacchi fatti alle sue trasmissioni a partire da
“Pomeriggio 5”; quest’anno la quarta
edizione del programma ha avuto un calo di ascolti, ma perchè non ricordare
anche che questo programma è nato per risollevare le sorti del pomeriggio di "Canale 5", terreno per le repliche di film, e il cui obiettivo era quello di
portare gli ascolti dal 7% al 13%? Quest’anno, l’edizione meno vista di sempre,
ha avuto una media del 16% di share, ma per tutti è stata una disfatta mentre
in realtà ha superato di gran lunga l’obiettivo che si era prefissato. Misteri
della televisione.
Poi continuiamo con “Mistero” che con il suo
10% e 1.900.000 è uno dei programmi di punta di “Italia Uno” mentre “Uman take control” è stato chiuso con una media del 9.5% e 1.800.000 ed è stato definito il
flop dell’anno; si prosegue con “Attenti a quei due – la sfida” condotto da
Paola Perego che totalizzando una media di 4 milioni e mezzo e del 18% di share
è stato definito un successo, mentre “Zelig” con i suoi 4.9 milioni e il 20% è stato una grossa sconfitta per Canale 5.
E’ ovvio che non basti citare numeri per
capire il reale valore di un programma televisivo ma bisogna comprenderne la
mission, la natura e il modo in cui si pone, tuttavia ciò che si vuole proporre
è un piccolissimo consiglio, non giudicare in fretta un programma sulla base di
dati ed idee comuni, a volte l’opinione uccide ciò che è ancora in vita.
Voi cosa ne pensate?
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