TESTI DI SANREMO DI RAPHAEL GUALAZZI: "SAI (CI BASTA UN SOGNO" E "SENZA RITEGNO"

Raphael Gualazzi (31 anni)
Raphael Gualazzi è senza ombra di dubbio uno tra i nuovi giovani cantanti italiani ad avere grande talento e siamo sicuri lo dimostrerà anche sul palco del Festival di Sanremo quest'anno con due suoi brani "Sai (Ci basta un sogno)" e "Senza ritegno".

Testo di "Sai (Ci basta un sogno)":

Apri gli occhi e te ne vai via
La danza è immobile
Scopri i tuoi fianchi
Il vento
E nei giorni ogni momento
Vorrei percorrere
Le tue volute velleità
Se solo avessi potuto cambiare il mondo
All’improvviso
Avrei bruciato l’accidia immemore che porta il
Tempo
Avrei fermato la guerra inutile con un
Sorriso
E allora si
Avrei potuto credere posi libera nei sensi
La luce mormora
Dalla finestra stanca
La tensione dei silenzi sembra descrivere
Ogni tuo sguardo perso
Se solo avessi potuto cambiare il mondo
All’improvviso
Avrei asciugato le nubi in lacrime per la tua
Gioia
Avrei sfondato le porte ipocrite di un
Paradiso
Avrei toccato quell’anima
Che vive dentro te
Sai
Per sopravvivere
Ci basta un sogno
Sai
Oh sai
Per sopravvivere
Ci basta un sogno
E all’improvviso
Il tutto si delinea proprio come non avrei
Pensato mai
E nell’immagine
Il respiro si distingue ora
Per ogni gioia
Lacrima
Ogni tuo sorriso
Sentirai una forza dentro te
Che vince ogni limite!
Sai
Per sopravvivere
Ci basta un sogno
Sai
Oh sai
Per sopravvivere
Ci basta un sogno
Sai.

Testo di "Senza ritegno":

Ti guardo e non puoi tentarmi
dipinta di un’immagine che non apprezzero’
se parli non puoi ascoltarmi
la fiamma si fa labile nell’insensibile
mi guardi e non vuoi pensarci
ma sei solo un disegno se non puoi decidere
e vorrai
e vorrai
e vorrai
vorrai…
E vorrai solo ridere chiedendo delucidazioni
ma fuori, a piede libero, ne abbiamo milioni
ti sparo nelle gambe e divento cristiano
dopotutto non è male se mi sento più umano
ricordati le favole che hai già vissuto
la pace vulnerabile di ogni minuto
che vivere e ridere, non è abbastanza
mentre imbiano l’uomo nero, tu prendi
coscienza
ed ora sai
hai visto con i tuoi occhi
e pianto con i miei
non c’è vergogna se non quella cieca
acquiscenza per viltà, per viltà
ma lascia che sia più tardi
l’inutile lamento che non costruisce mai
portami nei miei sbagli
che mai ne avrò bisogno
come in questo vivere
qui non si tratta di una libera denigrazione
ma di rendersi partecipi di ogni ragione
per vivere, ridere, decidere e sognare
e mi ricordo quella volta che volevo volare
e non aspetto le tue regole neanche un minuto
propongo i sogni liberi di chi ha creduto
leggere e scrivere non è abbastanza
mentre sbianca l’uomo nero
tu prendi coscienza
na-na-na-na-na…


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